Il colore dei nostri denti dipende da come la luce si diffonde e viene assorbita all’interno di smalto e dentina.
Con il tempo i nostri denti “invecchiano” poichè smalto e dentina assimilano altri pigmenti attraverso:
- cibo
- bevande
- fumo
- vari farmaci
A questo si associa un invecchiamento naturale dello smalto che con l’età si assottiglia e lascia spazio alla dentina, per sua natura più scura e opaca.
Da tempo si sono consolidati trattamenti sbiancanti professionali basati sui perossidi di idrogeno.
Questi trattamenti, svolti da un odontoiatra o da un igienista dentale qualificato, sono in grado di penetrare all’interno del dente e, attraverso una reazione ossidante, disgregare i pigmenti, restituendo ai denti il bianco naturale.
Questi trattamenti sono spesso ritenuti potenzialmente dannosi poichè studi clinici hanno rilevato una forte incidenza di sensibilità.
La sensibilità è dovuta alla lunga permanenza del gel a base di perossido sul dente che genera disidratazione.
Oggi questa controindicazione può essere evitata grazie all’utilizzo di sbiancamenti fotodinamici.
Grazie all’utilizzo di una lampada al plasma, il perossido di idrogeno viene immediatamente attivato dall’energia della luce.
Questo permette di ottenere un’azione sbiancante in pochi secondi, anzichè in decine di minuti con i vecchi sistemi.
L’azione rapida evita l’inutile permanenza del gel sul dente, evitando la disidratazione, primaria causa di sensibilità.
In questo modo non si danneggiano denti e gengive.
Test clinici svolti dall’Università di Vienna dimostrano che questo tipo di trattamento non danneggia lo smalto nè induce un innalzamento termico che possa danneggiare la polpa del dente.
Protegge inoltre le gengive, grazie ad una barriera protettiva attiva in grado di prevenire e neutralizzare il rischio di irritazione alle mucose.